
Off shore: impianti industriali nel mare di cristallo di Sardegna.
1) NURAX WIND POWER S.r.l.
“𝗣𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗲𝗼𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗼𝗳𝗳𝘀𝗵𝗼𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝟯𝟯 𝗮𝗲𝗿𝗼𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗶 𝗮 𝟰𝟲𝟮 𝗠𝗪, 𝗱𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝗿𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗻𝗼𝗿𝗱-𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗿𝗱𝗲𝗴𝗻𝗮, 𝗶𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗢𝗹𝗯𝗶𝗮 (𝗦𝗦)”
2) POSEIDON WIND ENERGY S.R.L.
𝗣𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗲𝗼𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝗠𝗮𝗿 𝗧𝗶𝗿𝗿𝗲𝗻𝗼 𝗻𝗼𝗿𝗱-𝗼𝗰𝗰𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗱 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝟰𝟬 𝗸𝗺 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗢𝗹𝗯𝗶𝗮, 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝟳𝟮 𝗮𝗲𝗿𝗼𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗮 𝟭𝟰 𝗠𝗪 𝗰𝗶𝗮𝘀𝗰𝘂𝗻𝗼, 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗶 𝗮 𝟭𝟬𝟬𝟴𝗠𝗪
Mare di Sardegna: la perla del Mediterraneo minacciata dall’eolico off shore


Due dei quattro progetti off shore che minacciano la costa nord est della Sardegna, hanno traguardato la Sia (una fase di studio preliminare alla fase finale VIA), si trovano, dunque, all’ultimo tassello del processo autorizzativo, il Provvedimento Unico in materia Ambientale.
Il Coordinamento Gallura, il giorno 28 febbraio 2025, ha presentato presso il MASE le osservazioni al primo progetto entrato in fase di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale): NURAX.
𝗗𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝗼𝘀𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 è 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗼 !
Per coglierne la portata, è necessario fare una premessa importante. I due progetti hanno alla base le stesse società, ovvero la danese CIP e la GreenIT, quest’ultima, guardate un po’ che coincidenza, è una Join Venture tra Eni Plenitude e 𝗖𝗗𝗣 𝗘𝗾𝘂𝗶𝘁𝘆 (𝗖𝗗𝗣 = 𝗖𝗮𝘀𝘀𝗮 𝗗𝗲𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶 𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗶).
Nella documentazione inizialmente pubblicata, infatti, i due progetti – 𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗶 𝟭𝟬 𝗸𝗺 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗹’𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 – erano sostanzialmente uno il “copia e incolla” dell’altro, tranne per la connessione a terra: Nurax, già dalla prima fase progettuale presentata prevedeva la connessione a terra 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗼𝗹𝗯𝗶𝗲𝘀𝗶, mentre Poseidon la prevedeva a Civitavecchia, 𝗰𝗼𝗻𝗻𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮, 𝗮𝗻𝗰𝗵’𝗲𝘀𝘀𝗮, 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗼𝗹𝗯𝗶𝗲𝘀𝗶!!!
Ritorniamo a noi.
A seguito della pubblicazione delle nostre osservazioni a NURAX, la società che propone l’impianto Poseidon (la stessa di NURAX), ha deciso di 𝗡𝗢𝗡 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗶ù 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗼𝗰𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼, guarda caso proprio quelle sulle quali abbiamo, come si suol dire, “fatto le pulci”, individuando delle criticità indiscutibili e matematicamente schiaccianti.
𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮 𝗽𝗶ù 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 ?
Lo studio sui rischi legati alla navigazione
Lo studio sulla producibilità dell’impianto
𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗴𝗹𝗶 “𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶” ?
La relazione meteomarina
Il dimensionamento delle fondazioni galleggianti
Tutti documenti che, nel progetto preliminare, erano disponibili.
Risulta lampante la determinazione, della società proponente, nel voler ostacolare la possibilità di far emergere gli aspetti tra i più critici e problematici di questi progetti assolutamente sperimentali e superficiali, attraverso le osservazioni.
Ecco il vero volto di coloro che, recentemente, pensavano di imbonire gli studenti dei comuni costieri, raccontando favole su una tecnologia praticamente sconosciuta, rispetto alla quale nulla si è previsto e quantificato in termini di rischi connessi sia all’ecosistema marino (e non solo) che alla sicurezza di quella che viene definita “autostrada del mare”, ovvero il tratto di mare attraversato da una fittissima rete di connessioni navali tra Sardegna e continente.
La buona notizia è che il loro tentativo di dissimulare la propria totale inadeguatezza progettuale su impianti di tale portata e in riferimento a profondità mai sperimentate prima, risulta vana.
Perché?
L’area dell’impianto Poseidon si trova a poco più di 10 km dall’impianto NURAX, questo consente di assumere che le condizioni meteomarine e la ventosità nei due impianti siano le stesse, per cui lo studio relativo a NURAX deve necessariamente corrispondere a quello di Poseidon, una differenza sostanziale fra i due progetti in merito a ventosità e condizioni meteomarine non sarebbe assolutamente credibile.
Eolico off shore: impianti industriali nel mare sardo, un’idea di ciò che ci aspetta


Arriviamo al punto.
Il modello matematico – presentato nel progetto NURAX nella sezione “Valutazione dei rischi e della navigazione” – utilizzato per stabile 𝗹’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼, ovvero quell’area in cui è possibile la collisione con l’impianto, non viene applicato per condizioni di input equivalenti a condizioni meteomarine critiche, quali quelle che si verificano periodicamente nei nostri mari, come ben dimostrano i bollettini meteo della regione Sardegna, ma solo in condizioni di bonaccia.
Grazie a questo modello, di validità universale, possiamo affermare che – in condizioni meteomarine critiche e per certe tipologie di navi (ad esempio i traghetti passeggeri) – 𝗹’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝟭𝟯𝟬 𝗸𝗺!!!
Se consideriamo l’effetto cumulativo dei due impianti – NURAX e Poseidon, 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗿𝗲𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱’𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 – 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗺𝗲𝘁𝗲𝗼 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗵𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗶 – 𝘀𝗶 𝗲𝘀𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗮 𝗡𝗼𝗿𝗱 𝗮 𝗦𝘂𝗱 𝗽𝗲𝗿 𝟮𝟲𝟬 𝗸𝗺, 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘇𝗼𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗮 𝗻𝗼𝗿𝗱 𝗲 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲.
Questo cosa comporta?
Finora ci è stato detto che la competenza della regione Sardegna non potesse essere chiamata in causa per pareri e autorizzazioni ad impianti off shore oltre le 12 miglia nautiche (poco più di 22 km), ovvero oltre le nostre acque territoriali.
Bene, al cospetto dei dati inconfutabili su esposti, possiamo assolutamente sostenere che l’incidenza dell’impianto, in relazione all’area di rischio generata (130 km e fino a 260 km), 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 𝗮 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗼 𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗲 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮𝗹𝗶, poiché include tutto il tratto costiero entro le 12 miglia, dunque alla Regione Sardegna.
𝗟’𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝘂ò 𝗱𝗲𝗰𝗶𝗱𝗲𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗱𝗶!